Grassano, bella ti vedo stanotte Dalla tua valle, sotto le stelle! Su di te si sofferma la luna, Velando di mite chiarore i tuoi colli. Un transatlantico di sogno mi appari, Da mille luci illuminato a festa Nella volta celeste. Da quale porto remoto Del universo vieni? In quale baia stellata Del firmamento farai l' approdo E troverai la quiete? Sei forse tu il Vascello Fantasma, Condannato in interno a vagare, presagio di sciagure a chi l' incontra? No tu non meriti questo destino: Non sfoggi orgoglio, ma dignità e lavoro. Or la tua prua è volta nel mattino. Dal tuo càssero sorge il campanile Ad indicarti, sù, l' astro polare. Galleggi sopra un oceano amaro Di sudori e di pianti, Da secoli versati Sulle tue desolate, aride lande. Tutti i porti conosci del mondo Bella Grassano, in cerca di fortuna, Qui agghindata stanotte in gran pavese Per fare il pieno di memorie e di affetti E scegliere, fra i tanti, i tuoi progetti. Salpa, chè già si preannuncia l' alba. Il tuo nocchiero conosce il sestante. Non teme procelle, nemmenno gli abissi Delle Bermude: è lupo di mare! E' pari al còmpito il suo equipaggio. Tu leva l' ancora or dall' oblio. Vai sulla rotta segnata A velocità di crociera, Sempre sì bella, sì amata Come tu mi compare stasera! Se incroci talvolta il Vascello Fantasma, non navigare anche tu contro vento A vele spiegate: è assurda baldanza Sprezzare le leggi della natura. Tu doppia il Capo di Buona Speranza Con viva fede, e méta sicura, Bella Grassano, sognante astronave, Ovunque presente, ovunque snobbata, Paese simbolo di Basilicata, Errante nel mondo, vagante nel cielo! GRASSANO, 4 agosto 1998 Giovanni ABBATE |
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